Critica

Donne dal corpo perfetto, dal volto perfetto, in movenze morbide e poste in scenari indefiniti, ma sicuramente fuori dal reale. Il bianco e nero e i particolari che rendono i suoi soggetti in una dimensione senza tempo e senza spazio descrivono perfettamente la carica espressiva dell’artista che sfumando i contorni dei volti e donando un tratto etereo agli scenari che compongono i suoi dipinti ricrea un’atmosfera onirica di grande impatto. Erika, forse grazie agli studi di filosofia, esprime mediante i volti a tratti severi e astratti sognanti dei suoi soggetti la molteplicità delle forme e dei pensieri femminili in un sapiente connubio di introspezione, profondità e acume. I suoi soggetti non sono soltanto caratterizzati da forme perfette e movimenti sinuosi, ma rappresentano costantemente l’ampiezza della mente, la molteplicità di interrogativi e sensazioni interiori poste al vaglio, la ricerca e il fantasticare su mondi adatti ad esprimere il proprio essere. Non scopriamo una dimensione ideale per l’espressione e la realizzazione di queste figure, ma la dimensione in cui loro si manifestano sono luoghi di pura astrazione, luoghi interiori non raggiungibili se non mediante le opere. La sensualità e la bellezza, accompagnata da sguardi seducenti e talvolta conturbanti sono un chiaro invito a lasciarsi coinvolgere all’interno dell’opera, a lasciarsi portare senza remore in quel mondo sognante della mente e dell’attrazione che non sempre si manifesta come concreto e definito.

Giorgio Gregorio Grasso

Critico e Storico dell'Arte